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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Il Maestro interiore

Agostino: "Bisogna cominciare anche a capire la verità di ciò che è stato scritto per sollecitazione divina, che non dobbiamo chiamare nessuno maestro sulla terra, perché l'unico maestro di tutti è nei cieli. Che cosa voglia dire poi "nei cieli", ce lo insegnerà egli stesso, dal quale siamo invitati attraverso gli uomini, con dei segni anche esteriori, a farci ammaestrare tornando interiormente a lui. Amarlo e conoscerlo è la vita beata, che tutti gridano di cercare, ma pochi sono quelli che si rallegrano di avere veramente trovato. Dunque da chi le hai imparate: non da me, perché avresti risposto a tutte le mie domande. Se invece non sai che sono vere, non abbiamo insegnato né io né lui: io perché no sono mai in grado di insegnare, lui perché tu non sei ancora in grado di imparare." Adeodato: "Io invece ho imparato, dall'invito delle tue parole, che l'uomo con le parole è solo sollecitato a imparare e che è molto poco

Il Logos Pedagogo

Clemente Alessandrino, direttore del Didaskaleion di Alessandria d'Egitto, riprendendo l'espressione del Vangelo di Giovanni che parla di Cristo come Logos, cioè Verbo di Dio, ne individua tre funzioni, che ricordano una tripartizione stoica: logos protrettico, cioè "esortatore", Logos pedagogo e Logos didaskalikos, cioè "istruttore". A ciascuna delle tre funzioni doveva corrispondere un'opera; la terza però, che probabilmente doveva intitolarsi Il Maestro, non è stata mai scritta. Clemente recupera il termine "pedagogo" nel significato greco di "guida": ma se il pedagogo greco accompagna a scuola l'allievo e lo segue nelle sue attività, cui il Pedagogo, che è Cristo, conduce a Dio, che è il Maestro, colui dal quale proviene ogni realtà e ogni verità. Dio = Maestro Chiamiamo questo, con un unico nome a lui congeniale, Pedagogo . Il Pedagogo infatti ha a che fare con la guida pratica, non con l'indagine

A cosa serve il linguaggio ?

Nel Il Maestro, Agostino d'Ippona immagina, secondo l'esempio dei dialoghi platonici, di cercare la verità in un dialogo serrato con il figlio Adeodato. Sant'Agostino e suo figlio  Nel passo che apre l'opera si anticipa già la conclusione: il linguaggio non serve a trasmettere la conoscenza, ma a richiamare alla mente ciò che è già stato depositato nella nostra anima. Agostino - Secondo te, che cosa vogliamo ottenere parlando? Adeodato - Per quel che ora mi viene in mente, insegnare o imparare. Agostino - Sono d'accordo su uno dei due e mi appare evidente, perché è chiaro che parlando intendiamo insegnare; ma imparare, come? Adeodato - E come credi, se non interrogando ? Agostino - Ma, anche in questo caso, vedo solo che intendiamo insegnare. Perché tu, ti domando, interroghi per un altro motivo, che non sia insegnare a colui che interroghi? Adeodato - Dici il vero. Agostino - Vedi dunque che con il linguaggio non desideriamo altro che insegnare.

La sapienza divina

Gli uomini non possono conoscere Dio direttamente, ma presso di loro è venuto il Figlio di Dio. Tra i prefetti noi parliamo di sapienza, ma non di una sapienza di questo mondo, bensì parliamo di una sapienza di Dio avvolta nel mistero, che è stata nascosta, che Dio predestinò, prima dei secoli , per la nostra gloria, e che nessuno dei principi di questo mondo ha mai conosciuto: se infatti l'avessero conosciuto non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. A noi però l'ha rivelata per mezzo dello spirito, perché lo Spirito scruta tutto, anche le profondità di Dio. Così anche le cose di Dio nessuno le conosce, se non lo Spirito di Dio. Ma l' uomo psichico  non accetta le cose dello Spirito di Dio: sono infatti per lui una follia e non le può comprendere, perché si giudicano spiritualmente; lo spirituale invece giudica tutto e non è giudicato da qualcuno. La  sapienza  nell'ambito della  teologia  è un attributo di  Dio . Essa si manifesta nella creazione

La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia

Gesù Cristo spesso ricorre alle "parabole" per rendere comprensibili concetti complessi. Cristo paragona l'uomo che ascolta la parola di Dio a colui che costruisce la casa sulla roccia e quindi resiste alle avversità della vita, e l'uomo che si chiude al messaggio divino a colui che invece costruisce sulla sabbia. Chiunque viene a me, ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile. E' simile ad un uomo che fabbricò una casa, scavò, andò in profondità e pose le fondamenta sulla roccia. Essendo sopravvenuta un'inondazione, il fiume irruppe contro quella casa ma non poté scuoterla, perché era stata ben costruita. Chi invece ascolta e non mette in pratica è simile ad un uomo che edificò una casa sulla terra senza fondamento. Il fiume vi irruppe contro e subito crollò e grande fu la rovina di quella casa.  "Anche a scuola si può fare il paragone tra chi sta costruendo una casa sulla roccia, viceversa sulla sabbia

L'Europa e la cultura araba

Il mondo musulmano manifesta una grande vitalità culturale: assorbe e rielabora gli aspetti della civiltà con cui viene in contatto. Rispetto all'Occidente latino, l'islam per molti secoli si rivela più progredito . I dotti mussulmani rielaborano le teorie di Platone e Aristotele. Anzi, le opere di Aristotele, nel tardo medioevo, torneranno in Occidente accompagnate dai commenti di autori islamici. Anche in altri campi il contributo del sapere arabo è prezioso. Scienziati islamici compiono progressi in diversi campi come l' alchimia (complesso di conoscenze pratiche), la medicina , la fisica , l' astronomia . Rilevante è il contributo nella matematica : L' algebra deve il suo nome al titolo del libro di al-Khuvaritzmi , matematico iraniano della regione dell'attuale Uzbekistan, vissuto tra il 780 e l'850 deriva poi la parola algoritmo . al-Khuvaritzmi La fase di maggior splendore della civiltà araba è compresa tra i secoli VIII

La scuola nell'islam

Oltre al Corano, l'educazione islamica si richiama alla Sunna (i Detti), un testo che riporta parole e azioni di Maometto. Il credente nell'islam infatti ha il dovere sia di istruirsi sia di istruire . L'istruzione si articola in tre livelli. Istruzione primaria : nella scuola coranica elementare si cura, a partire dal quinto anno d'età, l'educazione dei maschi, inizialmente nelle moschee finché non vengono creati locali appositi . Abu Dhabi                   Capitale degli Emirati Arabi Uniti  Tale istruzione è basata innanzitutto sulla memorizzazione dei versetti del Corano , per cui diventa fondamentale la mnemotecnica (arte della memoria); la conoscenza della lingua araba , in cui è redatto il libro sacro, è indispensabile anche presso quei popoli non arabi che si convertono all'islam. Insieme alla grammatica viene insegnato in queste scuole anche il calcolo e il bambino viene introdotto alla conoscenza delle tradizioni . I

L'educazione nell'islam

I Cinque pilastri dell'islam sono alla base dell'educazione del fedele musulmano. Il Corano è un codice religioso , giuridico , morale e sociale , e quindi, nel suo insieme, è anche un codice generale dell'educazione che riguarda sia i bambini di una certa età e sia gli adulti.  Le raccomandazioni e i divieti del Corano non sono infatti destinati al bambino immaturo , ma al bambino ormai responsabile o all'adulto responsabile del bambino : la legge non si rivolge alla comunità nel suo insieme, alla quale spetta l'educazione e la correzione dei comportamenti dei giovani per renderli conformi alle prescrizioni. L'islam raccomanda una formazione complessiva dell' essere umano : corpo , ragione , spirito , istinti e sentimenti . Si tratta di un' educazione armoniosa come preparazione alla vera vita nell'aldilà : le nozioni di bene e male devono essere apprese in vista del giudizio divino finale . Il bambino impara

Maometto e l'islam

La nascita dell' islam   si deve al profeta Muhammad , che noi conosciamo come Maometto.  Il contenuto della rivelazione di Dio a Maometto costituisce il Corano (letteralmente: "recitazione"), il testo sacro che ha per la religione islamica il valore che per gli ebrei ha la Bibbia e per i cristiani il Vangelo. Il Corano Bibbia ebraica Vangelo  Maometto ritiene di essere l'ultimo e definitivo profeta , preceduto da Cristo, considerato egli stesso profeta, ma non figlio di Dio.  Maometto secondo una certa tradizione non unanimemente condivisa, no sa leggere e scrivere, e quindi trasmette oralmente il contenuto del Corano, in cui vengono poi successivamente trascritti su porte di fortuna come pezzi di pergamena, legno, osso. ecc. Questa forma di trascrizione spontanea determina varie versioni del Corano. Il califfo Uthman lo fa finalmente trascrivere nel 652, in un testo costituito da 114 sure (= capitoli in cui è suddiviso il testo, che po

L'educazione nella civiltà musulmana

E anche nell'islam, come nel cristianesimo, l'educazione svolge un ruolo centrale per trasmettere conoscenze destinate a una formazione globale dell'individuo.  L'educazione e la cultura nell'Alto medioevo, come abbiamo visto, sono caratterizzate dallo stretto rapporto con la religione. La civiltà araba si sviluppa nella penisola arabica , a partire dal VI-VII secolo d.C., grazie all'impulso dato da Maometto , il fondatore di una nuova religiosa monoteistica: l' islam . Prima della conversione all'islam, l'Arabia è abitata soprattutto da tribù nomadi dedite alla pastorizia: i beduini si spostano continuamente portando con sé tutti i propri beni (animali, cibo, oggetti). Tradizioni, costumi, conoscenze passano di generazione in generazione grazie alla trasmissione orale , per mezzo di narrazioni . I poemi preislamici , che possiamo conoscere attraverso trascrizioni compiute in epoche successive, hanno anche un carattere pedag

L'educazione del cavaliere

L' educazione cavalleresca , che è rivolta ai membri dell'aristocrazia non destinati alla carriera ecclesiastica. L'educazione cavalleresca è quindi la prima forma di educazione laica medioevale. Importante, sull'epopea cavalleresca, il poema della Chanson de Roland , scritta in francese nella seconda metà dell'XI secolo: si tratta di una chanson de geste appartenente al ciclo carolingio. Al futuro cavaliere vengono insegnati la lealtà al proprio signore e la fedeltà agli impegni assunti. Egli deve imparare anche a prendersi cura dei deboli e indifesi , come le donne e i bambini. Suo compito però sarà anche la difesa della Chiesa e della fede: suoi nemici saranno anche gli eretici e gli infedeli. Quindi le virtù morali e cristiane, insieme alla cortesia , sono fondamentali per il cavaliere. I cavalieri sono uomini di guerra: tuttavia è un loro punto d'onore di comportarsi "cavallerescamente" con i loro nemici. A un certo momento que

Scuole episcopali, parrocchiali, patriarcali

I monasteri , che sorgono in tutta Europa intorno al V secolo, si caratterizzano oltre che per essere luoghi di culto , anche per essere centri di formazione dei futuri monaci . Qui, accanto alle pratiche di fede , i giovani, destinati alla vita monastica, apprendono la lettura e la scrittura utilizzando soprattutto i testi sacri. All'indomani della riforma voluta da Carlo Magno, gradualmente le scuole monastiche , come abbiamo visto, cominciano ad accogliere anche gli allievi che non intendono pronunciare i voti. Per evitare il sovraffollamento che si determina, Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, nell'817 vieta l'accesso ai monasteri a coloro che non prenderanno i voti. Alcuni monasteri, incuranti dell'ordinanza, continuano a far convivere al loro interno due distinte scuole, per chierici e laici . Un esempio è il monastero di San Gallo in Svizzera, sorto nella prima metà del IX secolo che, anche in regime di divieto, in un'ala separata da

Carlo Magno e la Scuola Palatina

Un tentativo di rianimare la cultura e l'istruzione si deve a Carlo Magno . Scultura raffigurante il famoso re di Francia: Carlo Magno (Carlo Magno). monumento di charles antoine coysevox.  facciata dell'Hotel des invalides, Parigi,   Il suo progetto politico prevede la costruzione di un impero che si richiami all'impero romano e al cristianesimo (infatti, poi si parlerà di Sacro Romano Impero). Egli viene incoronato imperatore la notte di Natale dell'800. Carlo dà vita a un fenomeno di rinascita culturale chiamato rinascita carolingia. Ha compreso l'importanza di una riforma della scrittura di governo che investa tutti i campi della cultura e l' istruzione , vero motore di ogni cambiamento. Nell' Esortazione generale (Admonitio generalis) del 789 indica le linee guida del suo progetto di riforma generale. Nel 782 Carlo Magno ha già incaricato Alcuino di York , uomo colto della Chiesa anglosassone, di istituire presso la sua corte a

Gregorio Magno :la formazione del clero e l'educazione popolare

Man mano che la Chiesa acquista importanza, sorge la necessità della formazione dei sacerdoti e dell'istruzione dei fedeli. Questi problemi sono al centro di alcune opere di Gregorio Magno .  Roma - S. Gregorio Magno - Chiesa di S. Gregorio Egli è considerato un divulgatore della religione cristiana e nella sua Regola pastorale detta i principi pedagogici per la formazione di chierici e vescovi . Per chierici si intendono le comunità religiose cattoliche composte prevalentemente da sacerdoti. Convinto sostenitore della formazione popolare , una volta eletto papà, in alcuni dei suoi numerosi scritti ( Moralia ed Epistulae ) ricorda ai suoi vescovi di perseguire la formazione religiosa del popolo, attraverso la predicazione . Questa non deve utilizzare un linguaggio forbito, ma adattarsi a un uditorio modesto . Accanto alla cura per la semplificazione del linguaggio, un altro principio pedagogico importante è il ricorso alle immagini (affreschi e bassorilievi)