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Il Maestro interiore

Agostino: "Bisogna cominciare anche a capire la verità di ciò che è stato scritto per sollecitazione divina, che non dobbiamo chiamare nessuno maestro sulla terra, perché l'unico maestro di tutti è nei cieli. Che cosa voglia dire poi "nei cieli", ce lo insegnerà egli stesso, dal quale siamo invitati attraverso gli uomini, con dei segni anche esteriori, a farci ammaestrare tornando interiormente a lui. Amarlo e conoscerlo è la vita beata, che tutti gridano di cercare, ma pochi sono quelli che si rallegrano di avere veramente trovato. Dunque da chi le hai imparate: non da me, perché avresti risposto a tutte le mie domande. Se invece non sai che sono vere, non abbiamo insegnato né io né lui: io perché no sono mai in grado di insegnare, lui perché tu non sei ancora in grado di imparare." Adeodato: "Io invece ho imparato, dall'invito delle tue parole, che l'uomo con le parole è solo sollecitato a imparare e che è molto poco
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Il Logos Pedagogo

Clemente Alessandrino, direttore del Didaskaleion di Alessandria d'Egitto, riprendendo l'espressione del Vangelo di Giovanni che parla di Cristo come Logos, cioè Verbo di Dio, ne individua tre funzioni, che ricordano una tripartizione stoica: logos protrettico, cioè "esortatore", Logos pedagogo e Logos didaskalikos, cioè "istruttore". A ciascuna delle tre funzioni doveva corrispondere un'opera; la terza però, che probabilmente doveva intitolarsi Il Maestro, non è stata mai scritta. Clemente recupera il termine "pedagogo" nel significato greco di "guida": ma se il pedagogo greco accompagna a scuola l'allievo e lo segue nelle sue attività, cui il Pedagogo, che è Cristo, conduce a Dio, che è il Maestro, colui dal quale proviene ogni realtà e ogni verità. Dio = Maestro Chiamiamo questo, con un unico nome a lui congeniale, Pedagogo . Il Pedagogo infatti ha a che fare con la guida pratica, non con l'indagine

A cosa serve il linguaggio ?

Nel Il Maestro, Agostino d'Ippona immagina, secondo l'esempio dei dialoghi platonici, di cercare la verità in un dialogo serrato con il figlio Adeodato. Sant'Agostino e suo figlio  Nel passo che apre l'opera si anticipa già la conclusione: il linguaggio non serve a trasmettere la conoscenza, ma a richiamare alla mente ciò che è già stato depositato nella nostra anima. Agostino - Secondo te, che cosa vogliamo ottenere parlando? Adeodato - Per quel che ora mi viene in mente, insegnare o imparare. Agostino - Sono d'accordo su uno dei due e mi appare evidente, perché è chiaro che parlando intendiamo insegnare; ma imparare, come? Adeodato - E come credi, se non interrogando ? Agostino - Ma, anche in questo caso, vedo solo che intendiamo insegnare. Perché tu, ti domando, interroghi per un altro motivo, che non sia insegnare a colui che interroghi? Adeodato - Dici il vero. Agostino - Vedi dunque che con il linguaggio non desideriamo altro che insegnare.

La sapienza divina

Gli uomini non possono conoscere Dio direttamente, ma presso di loro è venuto il Figlio di Dio. Tra i prefetti noi parliamo di sapienza, ma non di una sapienza di questo mondo, bensì parliamo di una sapienza di Dio avvolta nel mistero, che è stata nascosta, che Dio predestinò, prima dei secoli , per la nostra gloria, e che nessuno dei principi di questo mondo ha mai conosciuto: se infatti l'avessero conosciuto non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. A noi però l'ha rivelata per mezzo dello spirito, perché lo Spirito scruta tutto, anche le profondità di Dio. Così anche le cose di Dio nessuno le conosce, se non lo Spirito di Dio. Ma l' uomo psichico  non accetta le cose dello Spirito di Dio: sono infatti per lui una follia e non le può comprendere, perché si giudicano spiritualmente; lo spirituale invece giudica tutto e non è giudicato da qualcuno. La  sapienza  nell'ambito della  teologia  è un attributo di  Dio . Essa si manifesta nella creazione

La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia

Gesù Cristo spesso ricorre alle "parabole" per rendere comprensibili concetti complessi. Cristo paragona l'uomo che ascolta la parola di Dio a colui che costruisce la casa sulla roccia e quindi resiste alle avversità della vita, e l'uomo che si chiude al messaggio divino a colui che invece costruisce sulla sabbia. Chiunque viene a me, ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile. E' simile ad un uomo che fabbricò una casa, scavò, andò in profondità e pose le fondamenta sulla roccia. Essendo sopravvenuta un'inondazione, il fiume irruppe contro quella casa ma non poté scuoterla, perché era stata ben costruita. Chi invece ascolta e non mette in pratica è simile ad un uomo che edificò una casa sulla terra senza fondamento. Il fiume vi irruppe contro e subito crollò e grande fu la rovina di quella casa.  "Anche a scuola si può fare il paragone tra chi sta costruendo una casa sulla roccia, viceversa sulla sabbia

L'Europa e la cultura araba

Il mondo musulmano manifesta una grande vitalità culturale: assorbe e rielabora gli aspetti della civiltà con cui viene in contatto. Rispetto all'Occidente latino, l'islam per molti secoli si rivela più progredito . I dotti mussulmani rielaborano le teorie di Platone e Aristotele. Anzi, le opere di Aristotele, nel tardo medioevo, torneranno in Occidente accompagnate dai commenti di autori islamici. Anche in altri campi il contributo del sapere arabo è prezioso. Scienziati islamici compiono progressi in diversi campi come l' alchimia (complesso di conoscenze pratiche), la medicina , la fisica , l' astronomia . Rilevante è il contributo nella matematica : L' algebra deve il suo nome al titolo del libro di al-Khuvaritzmi , matematico iraniano della regione dell'attuale Uzbekistan, vissuto tra il 780 e l'850 deriva poi la parola algoritmo . al-Khuvaritzmi La fase di maggior splendore della civiltà araba è compresa tra i secoli VIII

La scuola nell'islam

Oltre al Corano, l'educazione islamica si richiama alla Sunna (i Detti), un testo che riporta parole e azioni di Maometto. Il credente nell'islam infatti ha il dovere sia di istruirsi sia di istruire . L'istruzione si articola in tre livelli. Istruzione primaria : nella scuola coranica elementare si cura, a partire dal quinto anno d'età, l'educazione dei maschi, inizialmente nelle moschee finché non vengono creati locali appositi . Abu Dhabi                   Capitale degli Emirati Arabi Uniti  Tale istruzione è basata innanzitutto sulla memorizzazione dei versetti del Corano , per cui diventa fondamentale la mnemotecnica (arte della memoria); la conoscenza della lingua araba , in cui è redatto il libro sacro, è indispensabile anche presso quei popoli non arabi che si convertono all'islam. Insieme alla grammatica viene insegnato in queste scuole anche il calcolo e il bambino viene introdotto alla conoscenza delle tradizioni . I