Il film narra in forma romanzata la vita della matematica, astronoma e filosofa greca-alessandrina Ipazia, durante l'epoca delle persecuzioni anti-pagane stabilite per legge dai Decreti teodosiani, fino alla sua morte che nel film avviene per mano di un gruppo di parabolani, nel marzo del 415.
Sul finire del IV secolo le tensioni tra cristiani e pagani si accentuano ad Alessandria d'Egitto, dove coesistono una nutrita comunità cristiana e il celebre tempio pagano di Serapide. La tensione sfocia in occasionali episodi di violenza: in uno di questi, lo zelota cristiano Ammonio, dopo essersi esibito dinanzi alla folla in un "miracolo" attraversando incolume un braciere, spinge nello stesso braciere un pagano per dimostrare pubblicamente l'impotenza degli dei pagani.
Nel Serapeo, la filosofa Ipazia predica la tolleranza e si dedica alle conoscenze classiche: fisica, filosofia e soprattutto astronomia. Queste riflessioni la portano a dubitare del modello geocentrico promosso da Tolomeo, giudicandolo troppo artificioso, e a interessarsi agli ormai dimenticati studi di Aristarco, che ponevano invece il Sole al centro del sistema solare. Viceversa, suo padre Teone mostra una decisa ostilità verso i cristiani, al punto da voler punire una schiava domestica perché in possesso di una croce di legno; per risparmiarle la punizione, un altro schiavo, Davo, mente asserendo di essere anch'egli cristiano, e chiede così di ricevere le frustate al posto dell'altra schiava. Ironicamente, dopo aver incontrato Ammonio per le strade della città, Davo si lascia persuadere a convertirsi alla sua fede.
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