Passa ai contenuti principali

LE ORIGINI DELL'EDUCAZIONE

L'educazione è l'attivitàinfluenzata nei diversi periodi storici dalle varie culture, volta allo sviluppo e alla formazione di conoscenze e facoltà mentalisociali e comportamentali in un individuo.[1]
Etimologicamente il termine deriva dal verbo latino educĕre (cioè «trarre fuori, "tirar fuori" o "tirar fuori ciò che sta dentro"), derivante dall'unione di ē- (“da, fuori da”) e dūcĕre ("condurre").[2][3] Secondo altri, deriva dal verbo latino educare ("trarre fuori, allevare").[4]
La parola educazione è spesso ritenuta complementare di insegnamento o istruzione anche se quest'ultima voce tende ad indicare metodologie più spiccatamente "trasmissive" dei saperi. Tuttavia, sebbene le strategie istruzionali possano essere parte di un percorso educativo, il significato di educazione è più ampio e mirante ad estrapolare e potenziare anche qualità e competenze inespresse. Se dal punto di vista etimologico il significato della parola appare chiaro, nella lingua italiana il suo utilizzo, rispetto a termini come istruzione o formazione, è talvolta equivoco anche in testi normativi e pedagogici.[5]
In italiano poi il termine educato è anche sinonimo di un individuo che segua una condotta sociale corretta rispetto a norme non necessariamente codificate (benché di generale condivisione), le cosiddette "buone maniere" quali la "gentilezza", l'"urbanità" ecc. Un altro motivo di confusione è anche dovuto al diverso uso che si fa del termine educazione in altre lingue (ad es. nella lingua inglese con "education" si tende spesso ad indicare "istruzione").[6]. La stretta connessione che c'è tra il sapere acquisito da un individuo ed il suo comportamento rendono le due parole apparentemente sinonime in vari contesti.
Esistono tre tipi di educazione: la formale, la non formale e l'informale. La prima disciplina che studiò sistematicamente i problemi dell'educazione fu la pedagogia, che si concentrò sull'educazione infantile. In tempi moderni nacquero poi le scienze dell'educazione e della formazione, che trattarono anche l'educazione continua in età adulta, rendendo questa accezione di "formazione" un sinonimo di educazione[7].

Commenti

Post popolari in questo blog

LA RELAZIONE EDUCATIVA

La relazione rappresenta una delle caratteristiche distintive della figura dell’educatore professionale e della sua “missione”, il modo attraverso il quale le intenzioni educative diventano lavoro e risultati educativi. Laddove non c’è relazione interpersonale non c’è la possibilità di dare seguito alle intenzioni educative e, conseguentemente, espirare a ottenere dei cambiamenti. Oltre che sulla relazione interpersonale, l’atto educativo si fonda sulle prospettive della globalità (considerare l’insieme della persona), dell’operatività (l’azione operativa deve tener conto del futuro), dell’integrazione individuo/società nella direzione dell’autoeducazione (l’educazione deve stimolare l’autonomia personale) e nella direzione del principio di realtà (l’educazione stimola la comprensione dei limiti). La relazione presenterà sfumature diverse a seconda che l’incontro si realizzi in luoghi aperti e destrutturati, per esempio gli ambiti dell’educativa di strada, o in luoghi chiusi e struttur

L'educazione del cavaliere

L' educazione cavalleresca , che è rivolta ai membri dell'aristocrazia non destinati alla carriera ecclesiastica. L'educazione cavalleresca è quindi la prima forma di educazione laica medioevale. Importante, sull'epopea cavalleresca, il poema della Chanson de Roland , scritta in francese nella seconda metà dell'XI secolo: si tratta di una chanson de geste appartenente al ciclo carolingio. Al futuro cavaliere vengono insegnati la lealtà al proprio signore e la fedeltà agli impegni assunti. Egli deve imparare anche a prendersi cura dei deboli e indifesi , come le donne e i bambini. Suo compito però sarà anche la difesa della Chiesa e della fede: suoi nemici saranno anche gli eretici e gli infedeli. Quindi le virtù morali e cristiane, insieme alla cortesia , sono fondamentali per il cavaliere. I cavalieri sono uomini di guerra: tuttavia è un loro punto d'onore di comportarsi "cavallerescamente" con i loro nemici. A un certo momento que

Il Logos Pedagogo

Clemente Alessandrino, direttore del Didaskaleion di Alessandria d'Egitto, riprendendo l'espressione del Vangelo di Giovanni che parla di Cristo come Logos, cioè Verbo di Dio, ne individua tre funzioni, che ricordano una tripartizione stoica: logos protrettico, cioè "esortatore", Logos pedagogo e Logos didaskalikos, cioè "istruttore". A ciascuna delle tre funzioni doveva corrispondere un'opera; la terza però, che probabilmente doveva intitolarsi Il Maestro, non è stata mai scritta. Clemente recupera il termine "pedagogo" nel significato greco di "guida": ma se il pedagogo greco accompagna a scuola l'allievo e lo segue nelle sue attività, cui il Pedagogo, che è Cristo, conduce a Dio, che è il Maestro, colui dal quale proviene ogni realtà e ogni verità. Dio = Maestro Chiamiamo questo, con un unico nome a lui congeniale, Pedagogo . Il Pedagogo infatti ha a che fare con la guida pratica, non con l'indagine