Passa ai contenuti principali

A cosa serve il linguaggio ?



Nel Il Maestro, Agostino d'Ippona immagina, secondo l'esempio dei dialoghi platonici, di cercare la verità in un dialogo serrato con il figlio Adeodato.


Sant'Agostino e suo figlio


 Nel passo che apre l'opera si anticipa già la conclusione: il linguaggio non serve a trasmettere la conoscenza, ma a richiamare alla mente ciò che è già stato depositato nella nostra anima.

Agostino - Secondo te, che cosa vogliamo ottenere parlando?
Adeodato - Per quel che ora mi viene in mente, insegnare o imparare.
Agostino - Sono d'accordo su uno dei due e mi appare evidente, perché è chiaro che parlando intendiamo insegnare; ma imparare, come?
Adeodato - E come credi, se non interrogando ?
Agostino - Ma, anche in questo caso, vedo solo che intendiamo insegnare. Perché tu, ti domando, interroghi per un altro motivo, che non sia insegnare a colui che interroghi?
Adeodato - Dici il vero.
Agostino - Vedi dunque che con il linguaggio non desideriamo altro che insegnare.
Adeodato - Non lo colgo chiaramente: se infatti parlare non è altro che proferire parole, mi sembra evidente che lo facciamo anche quando cantiamo. Ma poiché spesso cantiamo da soli e non è presente nessuno che impari, non penso che intendiamo insegnare qualcosa.
Agostino - Io invece credo che ci sia un modo di insegnare tramite il richiamo alla memoria, e certamente importante, che ti indicherà l'oggetto stesso di questo nostro discorso. Ma se tu non ritieni che si impari ricordando e che chi fa ricordare insegna, non mi oppongo a te: stabilisco fin d'ora due fini del parlare, o per insegnare, o per ricordare ad altri o a noi stessi. Lo facciamo anche quando cantiamo; o non ti pare ?



Commenti

Post popolari in questo blog

Scuole episcopali, parrocchiali, patriarcali

I monasteri , che sorgono in tutta Europa intorno al V secolo, si caratterizzano oltre che per essere luoghi di culto , anche per essere centri di formazione dei futuri monaci . Qui, accanto alle pratiche di fede , i giovani, destinati alla vita monastica, apprendono la lettura e la scrittura utilizzando soprattutto i testi sacri. All'indomani della riforma voluta da Carlo Magno, gradualmente le scuole monastiche , come abbiamo visto, cominciano ad accogliere anche gli allievi che non intendono pronunciare i voti. Per evitare il sovraffollamento che si determina, Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, nell'817 vieta l'accesso ai monasteri a coloro che non prenderanno i voti. Alcuni monasteri, incuranti dell'ordinanza, continuano a far convivere al loro interno due distinte scuole, per chierici e laici . Un esempio è il monastero di San Gallo in Svizzera, sorto nella prima metà del IX secolo che, anche in regime di divieto, in un'ala separata da ...

Esiodo e l'areté del mondo contadino

Esiodo  è il poeta più antico della Grecia continentale. Le sue opere sono: la  Teogonia ,  le Opere  e  i giorni. Nella  Teogonia , Esiodo ha parlato dell'origine dell'universo ed ha elencato le generazioni degli dei. Nelle  Opere  vengono affrontati i concetti del lavoro e della giustizia, mostrati al mito di Prometeo e a quello delle cinque età degli uomini. Sono anche presenti consigli di  morale  e di economia; seguono i precetti sui lavori agricoli e sulla navigazione e infine i consigli per il matrimonio. L'areté descritta da Esiodo è quella del  mondo contadino greco.

LA RELAZIONE EDUCATIVA

La relazione rappresenta una delle caratteristiche distintive della figura dell’educatore professionale e della sua “missione”, il modo attraverso il quale le intenzioni educative diventano lavoro e risultati educativi. Laddove non c’è relazione interpersonale non c’è la possibilità di dare seguito alle intenzioni educative e, conseguentemente, espirare a ottenere dei cambiamenti. Oltre che sulla relazione interpersonale, l’atto educativo si fonda sulle prospettive della globalità (considerare l’insieme della persona), dell’operatività (l’azione operativa deve tener conto del futuro), dell’integrazione individuo/società nella direzione dell’autoeducazione (l’educazione deve stimolare l’autonomia personale) e nella direzione del principio di realtà (l’educazione stimola la comprensione dei limiti). La relazione presenterà sfumature diverse a seconda che l’incontro si realizzi in luoghi aperti e destrutturati, per esempio gli ambiti dell’educativa di strada, o in luoghi chiusi e struttur...